La Pala a Romeno

Da “Notizie Storiche intorno ai Pittori Lampi”  Mons. Prof. Luigi Rosati – Scuola topografica Artigianelli Trento  – 1925

“…. Il Lampi tutto contento della buona riuscita del quadro lo fece mettere in una bella cornice di legno dorata e diede tosto avviso a quei di Romeno, che mandassero qualcheduno a prenderlo. Egli si aspettava, e giustamente, di veder comparire a Vienna  qualcuno dei suoi vecchi amici amici o conoscenti (1); ma quale non fu il suo stupore, allorchè ai primi di giugno dello anno si presentò a lui come mandatario del Comune di Romeno un certo signor Betta di Castel Malgolo? Egli ne ebbe un gran dispiacere, e lo manifestò in una lettera, con cui accompagnò la spedizione del dono, indirizzata al signor Romedio Gilli di Romeno. Essa è del seguente tenore:

“Signor Romedio,

li fo sapere, che il mandatomi Commissionario dal parroco è arrivato; restai attonito a vedere, che non era uno del Loro Comune, questo fa del torto a me ed alloro (a loro) di spedirmi un forestiere; abbenchè io ne abbia tutta la stima. Forse sarà stato per risparmio spese, alloro (a loro) questo sarà notto. Se questa fu la ragione, in allora è da compatire; ma non ostante avrei desiderato che Lei ne fosse stato il mandatario, si ha mancato solo di politica contro di me. La prego di far notto questa mia alla Comunità come segue:

Rispettabile Communità di Romeno

Dopo si lungo tempo ho fatto il possibile di lasciar un piccul ricordo nella mia patria; spero che sarà ricevuto di buon cuore, comme io pure lo donno; et desidererei che alla gran festa dell’Assunta in cielo della Vergine Maria si faccia ogni anno qualche menzione del mio nome in chiesa; abbenchè sia dipinto da mio figlio maggiore, resterà sempre a mè il nome del fondatore (qui significa autore). In quanto al Commissionario credo che la Communità sia stata d’accordo con il Parroco di spedire il signor Betta, per sparmio di spese. Quando il quadro sarà arrivato a mezzo-tedesco (Mezzocorona) che non posso decidere perora il giorno, ne farò avviso, quando si deve riprenderlo di là. Frattanto ho l’onore di dirmi del sig.re Romedio e di quella Communità il loro affezionato servitore.

Giov. Batta Cavaliere de Lampi

I.R. Cons. e Prof.re publ. di Pittura in Vienna

Vienna li 9 Giugno 1825.

P.T. La prego di consignare l’inclusa lettera al sig. Parroco.(*)”

(*) Quest’altra lettera non è reperibile. Il parroco in parola era don Michele Zenoniani di Sanzenone

Per un accidente occorso quando il carro recante la pala, chiusa in una cassa di legno, entrava nel paese di Romeno fra il giubilo e gli evviva di quella popolazione, furono cagionati alcuni leggeri guasti alla tela. La Maddalena ebbe una scrostatura del collo grande come un soldo o poco più, un apostolo dipinto nell’ombra qualche graffiatura al volto; le altere figure rimasero illese. Il brutto caso fu notificato all’illustre donatore, che per rimediarvi mandò da Bolzano il pittore Luigi Neubauer, suo allievo, il quale con grande delicatezza coprì coi colori il puro necessario dando solo della vernice alle altri parte offese. Lasciò intatta la scrostatura sul collo della Maddalena, per cui essa è tutt’ora visibile. Nella parte inferiore della tela, nell’ombra di una modanatura d’un pezzo architettonico, si trova il nome di questo pittore insieme colla parola “restauravit”……”

Successivamente, dopo la pubblicazione del volume “Notizie Storiche intorno ai Pittori Lampi” –  Mons. Prof. Luigi Rosati, fu scoperta un’altra lettera scritta da Giovanni Battista Lampi al suo amico Romedio Gilli (nipote di Domenico Antonio Gilli, coniugato con Isabella Paula Lamp, sorella maggiore di Giovanni Battista):

Sig.re Romedio!                                                                                                                                                                                                                                                               La sua stimata a fatto in me un grande piacere dove io dubitai qualche intrigo o disgrazia, stanteché il Sig.r Parroco non ha fatto menzione alcuna alla sua lettera di lei, questo mi ha messo grande dispiacere; ora siamo contenti d’essere consapevoli del passoto dubio; al riguardo del quadro d’altare che sta seccandosi, acciò possa dar un ottima vernica sopra per conservar meglio i colori dal tempo, poi non mancherò a suo tempo di dar l’avviso al Sig.r Parroco per sèedire la di Lei Persona in Vienna. acciò io possi dargli la maniera comme si debba contenere in tutto riguardo al detto quadro, in specie per il carro, che si deve avere per il grande cassone dove il quadro è impaccato. In oltre la ringrazio della buona opinione che ha per me e per la mia famiglia. Desidererei si sapere se il Sig.r Parroco sa, che Lei mi ha scritto o no, e per cosa non ha fatto menzione nella lettera di Lei.                                                                                                                                                                                                                                                                           Frattanto ho l’onore di dirmi di Lei il Suo devot.mo Servitore Cavaliere de Lampi Cons. e Prof.re di  pittura.                                      Vienna lì 28 Marzo 1825″.